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Empatia

Ancora inquietudine
sempre inspiegabile
Gli altri non capiscono
ed io non lo so dire
Ti vorrei dire
che sto male
Ti vorrei dire
che voglio cambiare
Ti vorrei chiedere
se mi puoi aiutare
Se le parole non hanno voce tu ascolta il mio cuore
Parole Silenziose, Lorenzo Negri, 2010

Pensi che un maschio che piange sia una femminuccia?

Sei sicurodi ascoltare veramente tuo figlio ti parla?

Ti è mai capitato di perdere la calma quando tuo figlio fa i capricci?

Quando un amico ti confida il suo dolore riesci ad scoltarlo senza dare consigli?

Cos'è

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri, cioè di riconoscerne e condividerne le emozioni. Utilizzare l’empatia significa comprendere come si sente l’altra persona  non solo con la testa, ma anche  con il cuore e la pancia. L'ascolto attivo ed interessato  è la base per una buona empatia.

In sintesi l'empatia:

  • è riconoscere e condividere le emozioni degli altri
  • è l'abilità di mettersi nei panni degli altri senza essere sopraffatti dalle loro emozioni
  • è ascolto attivo e interessato dell'altro.
  • è ascolto con il cuore, la pancia e non solo con la testa

Perché svilupparla

Sviluppare la propria empatia ci permette di avere buone relazioni con gli altri, anche con chi è molto diverso da noi, non solo come etnia o paese di provenienza, ma anche semplicemente come storia personale e vissuto, come accade tra genitori e figli che appartengono a differenti generazioni.

Se guardiamo in faccia il bambino o il ragazzo che abbiamo davanti e ci apriamo all'osservazione e all'ascolto empatico possiamo riconoscere le sue emozioni e possiamo "sentire" come si sente.

Allenare l'empatia ci permette, quindi, anche di definire confini chiari con l'altro: questa emozione è mia, questa è di mio figlio, per esempio. Per farlo è necessario uscire dal giudizio e aprirsi ad accettare l'altro così com'è.

Pensate al bambino che piange perché si è rotto il bastoncino con cui stava giocando perché adesso "è un cavaliere senza spada!!!" Poco importa che potrà trovare altri 1000 bastoncini, quello di cui ha bisogno adesso è la comprensione della sua tristezza causata dal lutto per la perdita della sua spada.

ESEMPIO:

mio figlio mi racconta che un amico gli ha rotto il suo gioco preferito per vedere com'era fatto dentro; se esercitassi l'ascolto empatico noterei l'espressione triste sul suo volto, ma io sono arrabbiata perché era un gioco molto costoso, così mi concentro su di me e sulla mia rabbia e parto in quarta a cercare di aggiustare il gioco e lascio mio figlio senza consolarlo.

Questo accade quando non esercitiamo empatia, se questo si ripete più volte nella quotidianità sarà molto difficile istaurare una buona relazione con mio figlio, cioè una relazione basata sull'ascolto reciproco.

Come svilupparla

Per sviluppare l'empatia, innanzi tutto, è necessario dare valore alle emozioni nella comunicazione e nei rapporti con gli altri; dopodiché bisogna esercitarsi a riconoscere le emozioni negli altri attraverso: il volto, la postura, i gesti e la voce.

L'allenamento consiste nell'osservare le espressioni facciali di chi ci sta raccontando una vicenda, cercando di andare al di là delle parole e concentrandosi su quello che chiamiamo linguaggio non verbale: espressioni facciali, tono della voce e postura. L'empatia si allena anche sentendo cosa provo dentro se mi metto nei suoi panni...la difficoltà è distinguere le proprie emozioni da quelle che ci sta trasmettendo l'altra persona.

L'allenamento più divertente è l'osservazione: sul treno, in aereo, in coda alla posta, ecc...divertiti ad osservare le espressioni facciali delle persone che hai intorno (meglio partire con degli sconosciuti perché siamo certi di non essere coinvolti emotivamente tanto da giudicare le azioni e le emozioni degli altri...quindi non farlo con il tizio che ti è appena passato davanti mentre sei in fila.  Sei troppo coinvolto!). Un'altra opportunità è la visione di film; possiamo osservare senza essere coinvolti.

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